Dal “Pozzo della memoria n.2”, organizzato da Vivere Cervasca in occasione della castagnata, peschiamo tre fotografie che riproducono processioni di altri tempi.

Inizio anni ’50. E’ il giorno della festa. Questi eleganti signori, abitanti a Santo Stefano, Aranzone, San Michele…, hanno accompagnato nel ruolo di massari la statua di San Maurizio nella processione attorno al santuario. Al termine, si scatta la foto ricordo, sistemandosi davanti al santuario e girando le spalle all’antica chiesa di San Maurizio, popolarmente chiamata San Matteo.

Già. La vecchia chiesa. Ricostruita a metà ‘400 sul sito della cappella del castello, ampliata nel ‘500 e nel ‘600 per accogliere l’eremita, la vecchia San Maurizio vide salire fin lassù folle di pellegrini nei secoli dal XVI al XIX. Venne affiancata a partire dall’inizio del XVIII secolo dalla nuova San Maurizio e per quasi tre secoli la processione della festa partiva dalla chiesa vecchia, faceva il suo lungo giro e arrivava nella nuova.

Si chiamava San Maurizio. Furono i francesi a chiamarla per primi San Matteo, per distinguerla dall’altra e forse perché San Matteo e San Maurizio si possono festeggiare insieme in quanto cadono il 21 e il 22 settembre.

Sopravvissuta ai francesi (contrariamente alla pieve di Santa Maria che venne venduta a privati e a San Bernardetto che fu abbandonata al suo destino), San Maurizio / Matteo subì danni negli anni ’60 per un temporale con fulmini che si abbatterono sul tetto, in una notte in cui nella cappella erano ospitati dei ragazzi; del fatto parlarono parecchio i giornali dell’epoca. Si poteva restaurare, certo. Si dovevano almeno staccare i bellissimi affreschi, opera probabile di Pietro da Saluzzo o della sua cerchia. Si scelse invece di atterrare un pezzo di storia per mettere al suo posto una costruzione di pessimo gusto.

La foto ci ricorda un passato ricco di vita, di arte, di avvenimenti, e ci invita a non ripetere queste scelte, perché non c’è costruzione, marciapiede, strada che valga un pezzo di storia.

 

Le due immagini seguenti sono di qualche anno posteriori, quando già ci si avviava verso le foto a colori. In esse riconosciamo nostri concittadini. Da notare l’eleganza delle massare, che indossavano, come chiedeva la moda, abiti uguali o almeno simili tra di loro, ma diversi da quello meno giovanile della priora.  La prima, mostra anche le bambine che facevano onore al santo indossando l’abito della prima comunione.